Ho ricoperto la carica di Assessore regionale per un anno dal 01/06/2008 al 27/05/2009.
La delega da me gestita era quella del Lavoro, dell’Emigrazione, della Previdenza sociale e della Formazione Professionale. Dallo svolgimento di questo ruolo inizia il mio calvario giudiziario.
Calvario, non a caso: dal 5 ottobre 2012 vivo un dolore, intenso, profondo, prolungato ed infinitamente ingiusto. A determinarlo, una ingiusta giustizia.
Da cittadino che ha rivestito importanti ruoli istituzionali non mi aspettavo che i custodi della legalità potessero intendere il principio di legalità come fonte di potere piuttosto che come mezzo per infondere ed amministrare Giustizia.
Pensavo che il principio di legalità fosse l’unica fonte ispiratrice della loro missione. Non accettavo l’idea che essi potessero ergersi a presunti giustizieri, o a meri esecutori della voglia popolare di nutrirsi con le teste dei politici, senza guardare alla responsabilità.
Violentata la mia vita e quella della mia famiglia, aggredito, additato, ferito nell’orgoglio politico e professionale, oggi raccolgo le poche forze rimastemi, per raccontare quello che ho vissuto e sto continuando a vivere.
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